La Furnasetta
Si tratta di un forno verticale, costruito dal geom. Luigi Marchino nel 1872 per la produzione di calce idraulica, poi adattato nel 1912 alla produzione di cemento Portland naturale con un brevetto dell’ing. Giovanni Sisto Eccettuato. Si presenta come un forno “a tino” in mattoni, con camino unico, alto circa 20 metri. Il funzionamento era a marcia continua, progettato per superare gli inconvenienti delle fornaci da calce, riducendo i tempi di esecuzione del processo e aumentando la quantità di clinker prodotto. È costituito, dall’alto in basso, da una bocca di caricamento della marna, una camera di riscaldamento, una camera di raccordo con bocca di caricamento del combustibile, un crogiolo a sezione ellittica e una camera di raffreddamento con al fondo una griglia a barre mobili per togliere il materiale cotto. Il caricamento del combustibile avveniva a strati alternati con la marna, fatta discendere dall’alto con apposito ferro. Gli strati erano generalmente tre o quattro per ogni carica, che avveniva solo dopo aver estratto il cemento cotto dal basso; il processo durava due o tre ore per ogni carica. Il tiraggio era regolato da valvole che aprivano e chiudevano un canale praticato nel diaframma che separava le due camere del camino.
Ultimo reperto della Cementeria Marchino-Unicem di Casale Monferrato, La “Furnasetta” è stata fortunatamente preservata dalla riqualificazione completa del quartiere del Priocco negli anni Settanta del Novecento, quando l’ampia superficie della fabbrica, ormai inglobata nella città, venne completamente trasformata in quartiere residenziale. Oggi è di proprietà di Buzzi.
È visitabile solo su prenotazione: la visita consente di apprezzare l’architettura e l’antico ingegnoso sistema di funzionamento, ma anche di conoscere un’importante testimonianza del ricco patrimonio di archeologia industriale del cemento, valorizzato da Buzzi attraverso l’Associazione “Il Cemento nell’identità del Monferrato Casalese”.