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09 febbraio 2024

Informazioni preliminari esercizio 2023

Vendite cemento: 26,3 milioni di tonnellate (-7,0%); vendite calcestruzzo preconfezionato: 10,0 milioni di metri cubi (-12,7%)

Fatturato consolidato pari a 4.317 milioni, in crescita rispetto al 2022 (3.996 milioni), più evidente a cambi e perimetro costanti (11,1%)

Nell’ultimo trimestre dell’esercizio andamento operativo delle varie geografie simile a quello dei primi nove mesi

Previsto un EBITDA ricorrente 2023 pari a circa 1.240 milioni, migliore delle attese, nonostante l’effetto sfavorevole dei cambi

 

Dati Consolidati   2023 2022 23/22
Vendite di cemento t/000 26.343 28.332 -7,0%
Vendite di calcestruzzo m3/000 10.050 11.510 -12,7%
Ricavi netti €/m 4.317 3.996 +8,1%
    Dic 23 Dic 22 Var.
Posizione finanziaria netta €/m 798 288 510

               

Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi SpA si è riunito in data odierna per l’esame dei dati preliminari relativi all’esercizio appena trascorso.

Nel corso del 2023, i volumi di vendita realizzati dal gruppo si sono contratti rispetto al livello raggiunto nell’esercizio precedente. Il rallentamento generalizzato delle consegne, già evidenziato durante i primi nove mesi dell’anno, si è protratto anche nel corso dell’ultimo trimestre in Europa Centrale, Polonia e Repubblica Ceca, mentre Italia e Stati Uniti hanno continuato a registrare una maggiore resilienza. Guardando alle regioni consolidate integralmente, i prezzi in valuta locale si sono rafforzati in maniera generalizzata rispetto all’esercizio precedente. 

Sul quadro economico internazionale continuano a pesare i sempre più evidenti effetti della restrizione monetaria, il peggioramento della fiducia di consumatori e imprese, e le incertezze dettate dalle crescenti tensioni geopolitiche in Ucraina e Medio Oriente. Nell’ultima parte dell’anno, infatti, l’attività economica mondiale si è ulteriormente indebolita con scambi internazionali in contrazione nel terzo trimestre. La produzione manifatturiera ha continuato a ristagnare, mentre la dinamica dei servizi ha perso vigore.
Dopo un periodo di volatilità a inizio ottobre, i prezzi del greggio e del gas naturale si sono ridotti e hanno mantenuto livelli contenuti, nonostante gli attacchi al traffico navale nel Mar Rosso. Tale evoluzione ha contribuito al progressivo calo dell’inflazione complessiva globale, mentre, l’inflazione di fondo, seppur in discesa, ha dimostrato una maggiore persistenza, specialmente in quelle economie avanzate caratterizzate da un solido mercato del lavoro.
In tale contesto, le più aggiornate stime del Fondo Monetario Internazionale puntano ad un rallentamento della crescita del PIL mondiale nel biennio 2023-2024, con un tasso annuo del 3,1%. 
Negli Stati Uniti, l’economia ha dimostrato una buona tenuta nel corso dell’anno, così come confermato anche dal sostenuto incremento del PIL registrato nel terzo trimestre, sotto lo stimolo dei consumi privati e della spesa pubblica. Tuttavia, gli indicatori sugli ultimi mesi dell’anno suggeriscono una lieve decelerazione, segnalando una maggiore pressione finanziaria che inizia a gravare sui bilanci delle famiglie e delle aziende. Le condizioni del mercato del lavoro continuano ad essere favorevoli e l’inflazione, seppur in attenuazione, resta su valori elevati.
Nell’area euro, invece, la crescita del PIL reale si è ulteriormente allentata nel terzo trimestre confermando il previsto scenario di stagnazione dell’attività economica. I consumi privati e pubblici sono cresciuti moderatamente, mentre, il sottomesso contributo degli investimenti maschera un chiaro contrasto tra la continua contrazione nelle costruzioni e la dinamica favorevole degli investimenti non edili. Persiste la divergenza tra settori, con un modesto andamento positivo registrato solo nel comparto dei servizi. Gli indicatori mensili evidenziano inoltre un quarto trimestre sommesso, caratterizzato anche da un rallentamento nel mercato del lavoro. Le ultime proiezioni prevedono infatti una crescita del PIL pari allo 0,5% sul 2023, in lieve miglioramento nel 2024 (0,9%).
In Italia, dopo l’accentuata volatilità della prima parte dell’anno, nel terzo trimestre il prodotto ha segnato una moderata espansione, grazie principalmente all’aumento dei consumi delle famiglie e al parziale recupero degli investimenti in costruzioni. Le stime sugli ultimi mesi del 2023 puntano tuttavia ad un ristagno. Nel quarto trimestre, infatti, l’attività manifatturiera è tornata in flessione, anche per effetto della debole fase congiunturale dei principali partner commerciali, in particolare la Germania, mentre nei servizi si consolidano i segnali di stabilizzazione del valore aggiunto. Dal lato della domanda, la sostanziale tenuta dei consumi si sarebbe contrapposta ad un calo degli investimenti, frenati dal peggioramento nelle condizioni di finanziamento.
Per quanto riguarda le economie emergenti, il secondo semestre ha confermato la dinamica espansiva dell’attività economica in Messico, trainata da una solida domanda domestica, oltre che da un dinamico andamento nell’edilizia e nei servizi.
In Brasile, invece, dopo l’eccezionale crescita nel primo trimestre, l’attività economica ha mostrato segni di indebolimento nell’ultima parte dell’anno, anche se con una buona tenuta dei consumi ed un resiliente mercato del lavoro.

Nell’ultimo trimestre, le principali banche centrali hanno confermato le decisioni di politica monetaria implementate nei mesi precedenti. La Federal Reserve e la Banca Centrale Europea hanno infatti mantenuto invariato il livello dei tassi di interesse nei mesi autunnali, non promuovendo dunque ulteriori strette monetarie. Tra i mercati emergenti, anche il Messico non ha apportato modifiche ai tassi nell’ultima parte dell’anno. Prosegue invece l’allentamento della politica monetaria in Brasile, con un ribasso dei tassi di riferimento promosso a dicembre.

Le vendite di cemento del gruppo si sono attestate a 26,3 milioni di tonnellate, in contrazione (-7,0%) rispetto all’esercizio 2022. Le produzioni di calcestruzzo preconfezionato, pari a 10,0 milioni di metri cubi, sono anch’esse diminuite rispetto ai volumi dell’anno scorso (-12,7%). La positiva dinamica dei prezzi ha tuttavia più che compensato il calo dei volumi, portando il fatturato consolidato dell’esercizio da 3.995,5 a 4.317,5 milioni di euro. Non ci sono state variazioni di perimetro, mentre le fluttuazioni dei tassi di cambio, in particolare la svalutazione del rublo, del dollaro e della hryvnia ucraina, hanno avuto un impatto complessivamente sfavorevole di 123,5 milioni. Pertanto, a parità di condizioni l’aumento del fatturato sarebbe stato di 11,1%.

La tabella seguente illustra la ripartizione del fatturato per mercati di presenza.

milioni di euro 2023 2022 ∆ % ∆ % lfl
Italia 818,3 726,2 +12,7 +12,7
Stati Uniti d'America 1.742,7 1.591,8 +9,5 +12,4
Germania 872,0 798,8 +9,2 +9,2
Lussemburgo e Paesi Bassi 214,1 226,9 -5,6 -5,6
Rep. Ceca e Slovacchia 204,8 201,2 +1,8 -0,3
Polonia 156,7 141,3 +10,9 +7,5
Ucraina 85,6 59,8 +43,2 +66,4
Russia 284,6 290,4 -2,0 +22,8
Elisioni (61,3) (40,8)    
  4.317,5 3.995,5 +8,1 +11,1
         
Messico (100%) 1.025,0 768,5 +33,4 +20,8
Brasile (100%) 394,0 400,2 -1,6 -2,3

 

 

La posizione finanziaria netta a fine esercizio 2023, comprese le attività finanziarie a lungo termine, risulta positiva e ammonta a 798,0 milioni, in aumento rispetto ai 288,2 milioni di fine 2022 e al dato di fine settembre (673,0 milioni). 

Italia
Le stime più recenti sull’economia italiana puntano ad un ristagno del PIL nel 2023 (+0,7%), mentre i dati preliminari evidenziano un tasso di inflazione medio annuo del 5,7%, in netta diminuzione rispetto al 2022, grazie alla flessione nei prezzi dei beni energetici.
Anche gli investimenti in costruzioni hanno mostrato un andamento stagnante nel corso dell’anno, gravato dalla dinamica negativa del mercato residenziale. Con la conclusione della stagione dei super incentivi, infatti, gli investimenti per la manutenzione straordinaria del patrimonio residenziale hanno subito una sostanziale contrazione, mentre gli effetti delle restrizioni monetarie e delle pressioni inflazionistiche hanno indebolito il comparto del nuovo. I sommessi investimenti privati sono tuttavia stati in parte bilanciati dall’aumento della spesa pubblica, vero motore dell’industria nel corso dell’anno. L’accelerazione nell’attuazione del PNRR ha, da un lato, supportato l’evoluzione del segmento non-residenziale, dall’altro, favorito lo sviluppo di progetti infrastrutturali (+15,8%). Il consumo domestico di cemento è stimato in modesto calo (-1,5%).
Nei mesi autunnali, le nostre vendite di leganti idraulici e clinker hanno registrato un’evoluzione piuttosto positiva, anche grazie al confronto con un quarto trimestre dello scorso anno poco brillante, chiudendo l’esercizio in leggera crescita; lieve calo, invece, per le produzioni del segmento calcestruzzo preconfezionato. I prezzi non hanno subito variazioni di rilievo rispetto al livello raggiunto nel primo semestre, ma, per l’effetto trascinamento, si è confermato il miglioramento rispetto al periodo precedente. 
Sulla base di tali dinamiche, il fatturato delle attività italiane si è attestato a 818,3 milioni, in aumento del 12,7% rispetto al 2022. 

Stati Uniti d’America
Le previsioni più aggiornate sull’andamento dell’economia americana indicano che il PIL possa crescere del 2,5% nel 2023, accompagnato da un tasso di inflazione annuo in calo al 3,4%. Il settore edile ha dimostrato una buona resilienza nel corso dell’anno, nonostante il sottomesso comparto residenziale, gravato dal difficile accesso al credito e dalle pressioni inflattive. Tale dinamica negativa, infatti, si è contrapposta al rilevante incremento degli investimenti industriali, mirati all’attività di re-shoring, oltre che dei progetti infrastrutturali sostenuti dai fondi governativi (IIJA). Il consumo domestico di cemento è stimato in lieve contrazione rispetto all’esercizio precedente (-2,9%).
Nonostante il recupero registrato nel quarto trimestre, le nostre vendite di cemento hanno chiuso l’anno in lieve calo rispetto al 2022, per effetto della generalizzata debolezza nella domanda oltre che per alcune criticità logistiche lungo il fiume Mississippi. È proseguita, invece, la flessione dei volumi di calcestruzzo preconfezionato negli ultimi mesi dell’anno, penalizzata anche dalla carenza di autisti. I prezzi di vendita hanno realizzato un solido miglioramento rispetto all’esercizio precedente. 
Il fatturato complessivo si è attestato a 1.742,7 milioni, in aumento (+9,5%) rispetto ai 1.591,8 milioni del 2022. La svalutazione del dollaro (-2,7%) ha avuto un impatto negativo sulla traduzione dei risultati in euro; a parità di cambio i ricavi netti sarebbero cresciuti del 12,4%.

Europa Centrale
In Germania, si prevede una sostanziale stagnazione del PIL nel 2023 (-0,3%) sotto la stretta monetaria, le pressioni inflazionistiche oltre che l’indebolita domanda estera. Le difficili condizioni di accesso al credito, gli alti costi di costruzione e la significativa riduzione dei sussidi pubblici hanno fortemente penalizzato l’edilizia residenziale con particolare riferimento alle nuove costruzioni (-6.5%). Anche il comparto commerciale e quello industriale hanno sofferto lo sfavorevole scenario economico, mentre gli investimenti in infrastrutture hanno dimostrato un maggiore, seppur ancora debole rimbalzo. 
I nostri volumi di vendita sia di leganti idraulici che di calcestruzzo hanno continuato a registrare un andamento piuttosto negativo nella seconda parte dell’anno, chiudendo il 2023 in decisa contrazione. I prezzi medi di vendita hanno confermato sull’anno i valori già raggiunti nei primi nove mesi, segnando quindi un sostanziale miglioramento rispetto all’esercizio precedente. 
A fine 2023, il fatturato complessivo ha così raggiunto quota 872,0 milioni, in aumento del 9,2%, rispetto ai 798,8 milioni del 2022.

In Lussemburgo e Paesi Bassi, l’andamento delle nostre vendite di cemento nel quarto trimestre ha continuato a risentire del significativo calo della domanda domestica e di quella dei paesi confinanti. I volumi di vendita hanno quindi chiuso l’anno in forte contrazione. Anche le vendite di calcestruzzo hanno seguito una dinamica simile, ma con tassi leggermente più moderati. I prezzi medi hanno mantenuto sull’anno i livelli registrati nel primo semestre, preservando il decisivo rafforzamento rispetto al 2022, che tuttavia non è riuscito a bilanciare la sfavorevole domanda.
Il fatturato complessivo nel 2023, infatti, è stato pari a 214,1 milioni, in calo (-5,6%) rispetto ai 226,9 milioni dell’esercizio precedente. 

Europa Orientale
In Polonia, il forte indebolimento dei consumi privati ha portato ad una battuta d’arresto nella crescita del PIL, stimato in stagnazione nel 2023 (+0,6%). Il mercato dell’edilizia è previsto in rallentamento ma ancora in moderata crescita sull’anno. La frenata è da attribuirsi principalmente all’evoluzione negativa delle nuove costruzioni residenziali (-5%), più che compensata dall’accelerazione degli investimenti in infrastrutture legate prevalentemente al comparto energetico e minerario. 
In tale contesto i nostri volumi di vendita nel cemento hanno mantenuto la dinamica piuttosto negativa del primo semestre chiudendo l’esercizio in calo a doppia cifra percentuale. Anche le vendite di calcestruzzo preconfezionato sono risultate in contrazione, seppur con un ritmo più favorevole nella seconda parte dell’anno. Il miglioramento del livello dei prezzi si è confermato solido nel 2023. 
Il fatturato in euro è stato pari a 156,7 milioni, in aumento del 10,9% rispetto ai 141,3 milioni del 2022. Il rafforzamento dello zloty (3,1%) ha comportato un moderato contributo positivo: a parità di cambio il fatturato sarebbe aumentato del 7,5%.

Anche in Repubblica Ceca, le stime più recenti puntano ad un ristagno del PIL nel 2023, a causa delle pressioni inflazionistiche che continuano a gravare sulle famiglie e sulle aziende. Lo sviluppo decisamente negativo delle nuove costruzioni residenziali (-15%) ha pesato fortemente sull’andamento del settore edile, nonostante la buona dinamica nel comparto industriale e della logistica. Ha invece favorevolmente contribuito lo sviluppo dei progetti di ristrutturazione e rinnovo grazie ai sussidi statali principalmente finalizzati alla transizione energetica.
Le nostre vendite di cemento e calcestruzzo, dopo la flessione nel primo semestre, hanno continuato a registrare una dinamica debole, chiudendo l’anno in evidente contrazione, peraltro in linea con il generale andamento del mercato. Il livello dei prezzi si è consolidato in netto rafforzamento rispetto al 2022. 
I ricavi netti consolidati si sono attestati a 204,8 milioni, in lieve crescita (+1,8%) rispetto al 2022, anche per effetto dell’apprezzamento della corona ceca (+2,3%). A parità di cambio, infatti, il giro d’affari avrebbe registrato valori in linea con l’esercizio precedente (-0,3%).

In Ucraina, le operazioni militari continuano ad ostacolare le normali condizioni di mercato. Nonostante l’aumento dei costi energetici e dei salari, le misure adottate dalla banca centrale per preservare la sostenibilità del mercato valutario, insieme alle tariffe sui servizi di pubblica utilità e all’aumento nell’offerta dei beni alimentari, hanno permesso di allentare le pressioni inflazionistiche.     
In tale contesto, i nostri volumi di vendita di cemento nel 2023 hanno ampiamente recuperato terreno, soprattutto per effetto del confronto con lo scorso esercizio in cui la produzione aveva subito delle lunghe fermate, con lo scoppiare del conflitto. Le vendite di calcestruzzo preconfezionato hanno chiuso l’anno in rialzo ma lontane dai livelli pre-guerra. I prezzi di vendita si sono confermati in deciso rafforzamento rispetto al 2022. 
I ricavi di vendita sono stati pari a 85,6 milioni, in aumento rispetto ai 59,8 milioni raggiunti nel 2022 (43,2%). La perdita di valore della valuta locale (-16,2%) ha impattato negativamente sulla traduzione del fatturato in euro; a parità di cambio il giro d’affari sarebbe aumentato del 66,4%.

In Russia, si prevede un recupero del PIL con un tasso di crescita stimato per il 2023 pari al 3%, da ricondursi principalmente agli elevati livelli di spesa militare e al consumo privato sostenuto dalla crescita dei salari.
Nel 2023, le quantità vendute hanno registrato un andamento moderatamente positivo. Anche i prezzi di vendita in valuta locale hanno consolidato il netto miglioramento rispetto all’esercizio precedente, ma la svalutazione del rublo (-25,2%) ha gravato sulla traduzione dei risultati in euro. 
I ricavi netti, infatti, si sono attestati a 284,6 milioni, in lieve calo rispetto ai 290,4 milioni del precedente esercizio (-2,0%). A cambi costanti, tuttavia, i ricavi sarebbero aumentati del 22,8%.

Messico (valutazione al patrimonio netto)
L’economia messicana continua la sua fase espansiva con una previsione di crescita del PIL nel 2023 del +3,4%, sintesi di consumi resilienti, investimenti in crescita e un vigoroso mercato del lavoro che registra tassi di disoccupazione sui minimi storici. L’inflazione complessiva ha continuato la sua discesa raggiungendo il 4,66% su base annua a dicembre, anche se le pressioni inflazionistiche restano particolarmente elevate nel comparto dei servizi. La domanda estera si è dimostrata solida, sostenuta prevalentemente dalla ripresa nelle esportazioni automobilistiche. L'attività industriale ha continuato ad avere un andamento positivo sotto la spinta del settore delle costruzioni. In particolare, gli investimenti in macchinari e attrezzature legati ai progetti di near-shoring hanno favorito l’edilizia non residenziale, mentre il comparto infrastrutturale ha beneficiato dell’elevata spesa pubblica e dei numerosi progetti nel Sud del paese.
I volumi di vendita di cemento e calcestruzzo realizzati dalla nostra joint venture hanno chiuso il 2023 in espansione rispetto allo scorso esercizio. I prezzi di vendita, in valuta locale, hanno confermato il deciso rafforzamento raggiunto nei primi nove mesi dell’anno. Con riferimento al 100% della joint venture, nel 2023 il fatturato ha raggiunto 1.025,0 milioni, in crescita del 33,4% sull’esercizio precedente. L’apprezzamento del peso messicano (+9,5%) ha impattato favorevolmente sulla conversione in euro: a parità del tasso di cambio il fatturato sarebbe aumentato del 20,8%. 

Brasile (valutazione al patrimonio netto)
L’economia brasiliana, nei primi mesi dell’anno, è stata caratterizzata da una crescita sostenuta, grazie ad un’eccezionale vivacità dell’attività agricola, al resiliente andamento del terziario e agli stabili consumi supportati dagli stimoli fiscali. I dati relativi al terzo trimestre hanno tuttavia evidenziato uno scenario di decelerazione, in linea con le aspettative sulla crescita del PIL per il 2023 (+3%). In particolare, il settore edile e il comparto manufatturiero hanno registrato un andamento negativo anno su anno, in contrasto con la dinamica positiva dei servizi. Dal lato della domanda, persiste la divergenza tra il calo degli investimenti, maggiormente impattati dalle condizioni finanziarie e dalle incertezze prospettiche, e i consumi che hanno nuovamente sorpreso al rialzo. Il rafforzato mercato del lavoro, i programmi di assistenza sociale e la generale tendenza disinflazionistica continuano infatti a migliorare il potere di acquisto delle famiglie.
I volumi della nostra joint venture hanno chiuso il 2023 in lieve calo, risentendo anche dell’effetto negativo delle abbondanti piogge cadute nella regione Sud-Est durante il primo trimestre. I prezzi in valuta locale, invece, si sono mantenuti sostanzialmente stabili anno su anno. 
Il fatturato, riferito al 100% della joint venture, si è attestato a 394,0 milioni, in leggera diminuzione (-1,6%) rispetto ai 400,2 milioni dell’esercizio precedente. Al netto della rivalutazione del real brasiliano (+0,7%), il fatturato sarebbe diminuito del 2,3%.

Previsione 2023
Il 2023 si è concluso sostanzialmente in linea con l’andamento registrato nei primi nove mesi dell’anno, confermando da un lato la debole evoluzione della domanda nella maggior parte dei mercati di riferimento e dall’altro il rafforzamento del livello dei prezzi che, a livello consolidato, ha più che compensato l’effetto volumi.
Guardando all’aspetto economico, sulla base delle informazioni preliminari disponibili, prevediamo che il bilancio consolidato dell’esercizio 2023 possa chiudersi con un margine operativo lordo ricorrente pari a circa 1.240 milioni di euro, in miglioramento rispetto alle previsioni pubblicate a inizio novembre, nonostante l’effetto cambio sfavorevole. Si tratta di un risultato eccezionale, mai raggiunto prima nella storia della società. L’impegno e la dedizione espressi da tutta la struttura aziendale hanno contribuito in modo determinante al raggiungimento di tale straordinario successo. 

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Indicatori alternativi di performance
Buzzi utilizza nell’informativa finanziaria alcuni indicatori alternativi di performance che, pur essendo molto diffusi, non sono definiti o specificati dai principi contabili. In conformità alla Comunicazione Consob n. 92543/2015 e gli orientamenti ESMA/2015/1415 comunichiamo di seguito la definizione degli indicatori utilizzati nella presente informativa.

Posizione finanziaria netta: rappresenta un indicatore della struttura finanziaria e corrisponde alla differenza tra le passività e le attività finanziarie, sia a breve sia a lungo termine; rientrano in tali voci tutte le passività o attività fruttifere d’interesse e quelle ad esse collegate, quali gli strumenti finanziari derivati ed i ratei.

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Il Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Elisa Bressan, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili.

 

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