A fronte della posizione dei comitati ambientalisti di Fanna e Maniago che vorrebbero qualificare il coincenerimento come una pratica dannosa e contraria ai principi dell’economia circolare, Buzzi Unicem intende fornire le seguenti precisazioni su un tema di fondamentale importanza per la corretta gestione dei rifiuti, la massima valorizzazione delle frazioni recuperabili e il risparmio di risorse fossili non rinnovabili.
I combustibili solidi secondari (CSS) impiegabili nel ciclo produttivo del cemento derivano dal recupero di quella frazione dei rifiuti che, al termine della raccolta differenziata, non può essere ulteriormente riutilizzata o riciclata. In particolare, tali materiali, per essere impiegati quali combustibili, vengono attentamente selezionati, lavorati e trasformati in CSS.
Si tratta di una forma di recupero di materiali, comunque esistenti, il cui destino finale alternativo sarebbe lo smaltimento tramite incenerimento, conferimento in discarica o export verso altri Paesi. Non sono quindi materiali sottratti ai recuperi di materia più virtuosi.
Per questi motivi è indubbio come il recupero dei CSS all’interno delle cementerie o di altri impianti, come le centrali termoelettriche, rispetti pienamente i principi dell’economia circolare e la gerarchia europea dei rifiuti. Sul punto, è anche intervenuto recentemente il TAR Lazio con sentenza n. 219/2021 riconoscendo che “le fasi di produzione ed utilizzo di CSS-Combustibili si svolgano senza pericolo per la salute dell’uomo e la tutela dell’ambiente, così collocandosi tale normativa nel quadro più generale delle politiche europee per la creazione e promozione della c.d. “economia circolare””.
In riferimento alle considerazioni sul mutato quadro di riferimento delle direttive europee sull’economia circolare, il fatto che i rifiuti da utilizzare come combustibili non siano computati ai fini degli obiettivi di riciclaggio, non incide sulla qualificazione in termini di recupero, dal momento che il riciclaggio è una delle forme di recupero previste dall’UE e – come riconosciuto dal TAR Lazio – il recupero energetico è da preferire a qualunque altra forma di smaltimento gerarchicamente inferiore. Recupero di materia e recupero di energia sono dunque due pratiche non in contraddizione, ma complementari.
Va altresì precisato che la produzione di CSS, in tutte le sue fasi, consente una sensibile riduzione della quantità effettivamente destinata alla combustione: basti considerare che partendo da 100 kg di rifiuto indifferenziato si ottengono circa 30-40 kg di CSS, a seguito della ulteriore selezione e differenziazione svolta nell’impianto di produzione del CSS.
Successivamente alla sua produzione, l’utilizzo dei CSS in cementeria consente di sfruttare utilmente un processo produttivo esistente, senza variazioni significative delle emissioni, e contribuisce alla riduzione delle emissioni complessive, evitando quelle dovute al conferimento in discarica o all’incenerimento.
Infine, si ribadisce come i numerosi e continui studi sull’impatto ambientale della cementeria, tanto da parte della Società, quanto – e soprattutto – da parte degli Enti preposti, non hanno mai rilevato dati anomali o allarmanti nel territorio interessato, tantomeno per quanto riguarda i PCB.
A tal riguardo, infatti, occorre ricordare che sono molti i processi di combustione, non solo industriale, ma anche civile ed agricola, che possono generare diossine, furani e PCB. Se poi aggiungiamo il fatto che gli studi di ARPA FVG hanno evidenziato una situazione di contaminazione da microinquinanti analoga in zone non soggette alle ricadute della cementeria, si può dedurre che le nostre emissioni siano compatibili con il contesto in cui è collocata e, che al tempo stesso, si dovrebbero indirizzare verifiche emissive anche su altre possibili fonti.
Lo stabilimento di Fanna è sempre aperto alle visite, nel rispetto dei protocolli anti-Covid: chiunque voglia approfondire il processo produttivo del cemento, i suoi impatti e formulare domande in proposito è il benvenuto. Vi invitiamo a venirci a trovare scrivendo a visitafanna@buzziunicem.it